Bagan

BAGAN 26 27 28 luglio

Trasporti

Bus da Hsipaw costo 15300 MMK. Parto la sera, verso le 19, sotto una pioggia battente. La compagnia dovrebbe essere KTK, l’unica parola scritta in caratteri latini sul coloratissimo biglietto. Anche in questo caso non è che il mezzo sia un granchè, la metà posteriore è zeppa di merci, bagagli e zaini dei passeggeri compresi, più un un ubriaco svaccato a ronfarci sopra. Ogni tanto si rianima, prende coraggio e, perduto nei suoi sproloqui con amici immaginari, si avventura barcollando nel corridoio, alla prima curva perde l’equilibrio, cade, e rimane lungo disteso a imprecare. Quando inizia a diventare molesto, qualcuno in malo modo lo ricaccia in fondo da dove è venuto.  Arrivo a Bagan alle 5 del mattino circa. Dormito niente. Secondo la Lonely Planet il terminal bus dovrebbe essere in città, a circa 500 metri dalla pensione dove ho appuntamento con Aileen. Purtroppo però la guida non è aggiornata, è stata spostato, ovviamente dalla parte opposta al centro, nella periferia più lontana. La corsa in taxi costa 5000 MMK contrattando animatamente, ma so che i cinesi possono arrivare sino a 3000. Evidentemente per gli europei il tariffario è diverso…

I templi occupano una superficie di circa 6/7 km quadrati di terreno piuttosto pianeggiante. Per spostarsi sono a disposizione biciclette, 1500 MMK, bici elettriche (credo sui 7/8 USD), e calessi. Io mi sono trovata benissimo con la bicicletta normale.

Nonostante la Lonely Planet ne parli, non sono riuscita a trovare nessun pick up locale che porti al Monte Popa, ho anche chiesto a gente del posto, ed al loro terminal, ma nisba. Tuttavia, le agenzie organizzano taxi collettivi per 10 USD andata/ritorno, che mi sembra un prezzo accettabile.

Per trasferirmi da Bagan a Kalaw ho scelto un minivan diurno (15000 MMK), compagnia Minn Thar Express. Dettagli qui

Dormire

Il grosso dilemma a Bagan è dove dormire. I templi principali sono a Old Bagan, che è ovviamente la zona più cara, con hotel di fascia medio/alta. Le alternataive sono New Bagan, dove sono sorte recentemente moltissime nuove pensioni, o Nyaung U, l’area con le sistemazioni più economiche. L’appuntamento con Aileen è alla Pann Cherry Guesthouse, una delle più economiche della zona economica. Trovarla è stato un lavorone. Offre stanze singole con bagni in comune a 7 USD, ma questi non sono all’altezza della Lily di Hsipaw. Io e Aileen inizialmente volevamo piantare le tende lì, ma poi ci siam dette chissenefrega scialiamo, ed abbiamo upgradato ad una doppia con aria condizionata e bagno interno, 25 USD, senza colazione. Cyviour, una ragazza malese con cui Aileen ha fatto amicizia, si sistema nelle singole, e poi viene da noi a lavarsi.

Letti comodissimi, doccia ok, aria condizionata silenziosa. Qualche zanzara in giro, per fortuna ho la mia zanzariera personale.

Mangiare

Moltissimi ristoranti, in genere abbastanza cari.

Accanto a Pann Cherry ci sono due tea house dove va la gente del posto. Una, Perfect, è la preferita delle amiche cinesi, ed in effetti non è male: colazione pseudo occidentale (thè e pandolce 1100 MMK) e 1000 MMK per una zuppa di noodles.

Il mio ristorante preferito è invece the Moon, miglior curry di verdure più il mio adorato ginger tea 5000 MMK, un po’ costoso, ma veramente carino, pulito, e molto frequentato.

Il primo giorno ho invece mangiato in un posto di cui non ricordo il nome, ma solo l’ubicazione. In direzione da Nyaung U verso Old Bagan, al bivio per Ananda, sulla sinistra. Pasto di curry tipico birmano 2900 MMK.

Non so se sia per colpa loro, ma mi sono beccata una costipazione intestinale allucinante, che mi sono trascinata per giorni. Anche Aileen è stata male, lei pure con febbre. 

Altra cena consumata da Spice, a Nyaung U, 800 MMK per una zuppa tipo liofilizzata knorr (quella sera non mi sentivo bene)

Impressioni

Questa è la mappa. O provate questa in alternativa

Il primo giorno, io Aileen e Cyviour, dopo aver visitato la Shwezigon Paya, percorriamo a piedi la Anawratha Road, sino a Old Bagan, perlustrando tutte le pagode che ci capitano a tiro. Rientriamo con un passaggio offertoci da un pick-up. Piove a tratti.

Il secondo giorno, colpita appunto da “squaraus”, come dicevo poc’anzi, lascio libere le amiche, (Cyviour mi prende in giro dicendo che noi europei abbiamo lo stomaco debole) e parto molto tardi, verso le 10, dopo aver affittato una bicicletta presso un’agenzia poco distante da Perfect. Anche la Pann Cherry ne ha di disponibili, ma questa è più comoda perchè ha il cestello, e quindi non devo tenermi lo zainetto sulla schiena. Anche oggi piove: il lato buono è che non corro il rischio di essere ustionata dal sole, quello negativo è che devo fermarmi ogni 3 secondi ad asciugare gli occhiali, ed in più il poncho antipioggia mi fa sudare come un maiale.

Dopo una sosta esporativa ai templi di Old Bagan, mi fermo a pranzo da “The moon”, lì nei paraggi, alcuni secondi prima che la pioggia, già abbastanza insistente, si trasformi in uno scroscio tropicale violentissimo. Appena accenna a smettere, ma devo attendere parecchio, proseguo per New Bagan. Noto grande espansione di cantieri e pensioni e ristoranti nuovi di pacca. Paiono migliori di quelli di Nyaung U, ma qui non scorgo birmani in giro, solo turisti.

Oltrepassata New Bagan, viro a sinistra in direzione aeroporto. L’intenzione è quella di seguire i consigli di un cameriere del ristorante The Moon, ossia arrivare al Thisa Wadi, e poi pedalare lungo il sentiero che taglia verso il Dhamma Yan Gyu, ma purtroppo c’è talmente tanto fango che rimango impiantata, scendo dalla bici e la spingo, ma in alcuni punti sprofondo sino alle caviglie nella melma. Per un po’ mi ostino a proseguire, ma poi mi trovo davvero in difficoltà, per cui ritorno sulla strada normale, che ripercorro in senso inverso, immergendomi in tutte le pozzanghere che trovo per lavare la bici, che è in uno stato pietoso. Quando la restituisco, il tizio dell’agenzia mi guarda malissimo.

Nella notte si sente male anche Aileen. Terzo giorno, ultimo mio a Bagan, mentre Cyviour va al Monte Popa, io e Aileen affittiamo nuovamente le bici per ripercorrere tutto quello che ci siamo perse. Io sto così così, e mi fermo ovunque ci sia una toilette, ossia nei templi più importanti, ma almeno riesco a controllare l’intestino, Aileen va molto peggio e quando non ce la fa più è costretta ad infrattarsi fra i cespugli, nascondendosi con un ombrello. Torniamo da “The Moon” per ingozzarci di ginger tea, sperando nel miracolo della guarigione istantanea. Rientriamo presto.

Morale: due giorni pieni a Bagan sono secondo me sufficienti, uno in più per il Monte Popa

Giudizio : splendido, nonostante il meteo avverso (non ho visto né albe né tramonti, ed è una grazia del cielo quando smette di piovere un po’). Pedalare sotto la pioggia a Bagan non ha prezzo. Ovunque ti giri vedi stupa, pagode. Se già così è un incanto, non oso immaginare che cosa possa diventare con un tempo almeno decente.

L’unica cosa paragonabile che mi viene in mente è Angkor Wat, Cambogia. Ricordo però di aver provato un senso di soggezione e timidezza di fronte all’imponenza del Bayon, o al Ta Prohm, mentre qui è più una percezione di leggerezza, le costruzioni sono di minori dimensioni, e molto più “diluite” nel paesaggio circostante

La gente alla fine tende a concentrarsi ai monumenti più grandi, Ananda, tanto per dirne uno, per cui in qualsiasi altro posto che non sia Old Bagan è veramente facile essere in pochi a godere di questa straordinaria bellezza. Spettacolari le vedute dalle cime degli stupa. Su quelli più importanti è davvero un’impresa rimanere in contemplativo silenzio, circondati come si è da idioti che si producono in una infinità di selfie nelle pose più originali, ovviamente per loro. Allontanandosi un po’ si riesce a trovare la vera pace cosmica e sublime. La maggior parte degli interni sono spogli, con alcune eccezioni, tipo il Sulamani, che presentano muri decorati da affreschi con scene della vita di Buddha.

Molto suggestiva la Shwezigon Paya di notte.

Consigli per gli acquisti

Alla base di un tempio, uno dei primi sulla destra in direzione da Nyaung U a Old Bagan, credo sia Uyingyi Paya, sono stata avvicinata da un ragazzo che vendeva batik splendidi, al costo di 5 USD, colorati con le sfumature della sabbia ed altri materiali naturali. Non li ho più visti da nessun’altra parte, nemmeno nei templi principali, e mi sono pentita di non aver comprato niente. Bellissimi gli ombrellini di carta di riso, tipici della zona di Pathein

Varie

All’ingresso in città si paga una tassa di 20 USD, impossibile eludere.

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