Copacabana

Copacabana 20/23 agosto fai da te

Dopo il freddo e la dura vita del Salar de Uyuni approdare a Copacabana con un bus della Titicaca Tours mi fa lo stesso effetto della Costa Azzurra, a parte le strade sterrate.

Ci sono alberghi fronte lago, bar alcuni anche molto stilosi, gente seduta al tiepido sole che si gode la vista e cazzeggia, negozi di ogni tipo, il mercato, fantastici tramonti, un sacco di vita. Curioso far notare che il quartiere di Rio de Janeiro prende il nome da questa cittadina

Sono le 13.30 del pomeriggio, ho passato una notte insonne su un bus scomodo e stretto di Todoturismo, pagato una fortuna, 230 BOB, che mi ha scaricato alle 6 di mattina al terrapuerto di La Paz. Dopo aver cercato invano un qualcosa di linea che andasse verso il Titicaca, ma fermasse anche a Tiwanaku (“puoi sempre prendere un taxi”, mi dicono), lascio perdere Tiwanaku e compro il biglietto diretto per Copacabana, 30 BOB, partenza alle 8.30, uno degli ultimi posti disponibili. Lo stretto di Tiquina viene attraversato in barca, bus e passeggeri separati. Il bus aspetta dall’altra parte della penisola, è possibile lasciare a bordo il bagaglio a mano (ovviamente non i soldi e le cose preziose) e nessuno lo tocca. Le acque del lago sono di un blu profondo, il cielo è terso, ed in lontananza si stagliano le vette innevate della Cordillera Real. E’ un incanto. L’ultimo pezzo di strada è molto tortuoso. All’arrivo veniamo tutti convogliati verso un albergo della Tititcaca tours, ma allo stesso prezzo, 80 BOB riesco a trovare una stanza doppia fronte lago con bagno in marmo e colazione allo splendido Estelar Lago Titicaca.

Con questi ottimi presupposti mi mangio una trota ottima con 25 BOB ad uno dei chioschi, il nr. 10, Marthita, i prezzi sono uguali ovunque,

prendo un thè in un bar elegante (6 BOB) con cameriere anestetizzato dalla visione di una partita di calcio del Milan, perlustro il paese, inizio a curiosare per i regalini da portare a casa, qui ci sono botteghe di bigiotteria eccezionale, a prezzi bassissimi, posso permettermi di comprare subito, tanto tengono poco spazio,  e mi aggiudico per il giorno dopo una escursione alla Isla del Sol e della Luna (30 BOB). Il tramonto è eccezionale. Cena al Restaurante Flor de Tierra 2, 15 BOB (zuppa, secondo -trota- non abbondantissimo, e dessert)

Mi pongo il problema se non sia il caso  di pernottare alla Isla del Sol. Per via del tempo ridotto, penso sia il caso di tenere come base Copacabana, farci l’escursione giornaliera, e dedicare il giorno successivo alla visita della penisola, perché secondo la Lonely Planet merita.

A conti fatti, invece, credo sarebbe stato meglio dedicarsi esclusivamente alla Isla del Sol, mi sembra una esperienza più particolare, il posto è meraviglioso, mentre invece la terraferma è “soltanto” graziosa (soprattutto Sampaya), insomma, la Isla del Sol è particolare..

Nonostante abbia letto che ci sia la possibilità di andare sia al nord che al sud della isla del sol (il nord è la parte meno turistica) io ho contattato le uniche due diverse compagnie che ho trovato al porticciolo di Copacabana, ma entrambe sono dirette soltanto a Yumani, nel sud, e non a Challapampa (nord). Per attraversare l’isola a piedi ci vanno diverse ore. Non sapendo quindi che altro fare, mi affido a queste, visto che offrono la possibilità di vedere anche la Isla de la Luna.

Il traghetto è piccolo, e trasporta sia turisti che gente del posto.

Giunti alla Isla de la Luna si paga una piccola tassa di ingresso, 10 BOB,  e vengono concessi circa 45 minuti per visitare il tempio delle Vergini, che venivano sacrificate. Della costruzione originale rimangono soltanto alcuni ruderi, e a parte alcune donne che vendono souvenirs fatti da loro non c’è assolutamente nulla, una piccola guesthouse è disabitata. Lo sguardo spazia in lontananza…

In meno di mezz’ora approdiamo alla Isla del Sol, ingresso 5 BOB, il rientro è fissato nel pomeriggio verso le 16. Il molo di attracco è molto animato.

Anche qui non vi sono strade asfaltate, solo sentieri, ed una grande scalinata, che conduce alla mulattiera centrale, che attraversa l’isola longitudinalmente da nord a sud. Percorro la scalinata, ai cui lati hanno costruito pensioncine sul genere ecolodge, qualche ristorante ed un paio di bar. Dalla sommità riesco a vedere entrambe le coste.

Cena al Restaurante El Fogon de la Cabaña, 15 BOB, man mano che ci si allontana dalla spiaggia i prezzi scendono.

Il giorno seguente, vado alla Plaza Sucre, che funge da capolinea dei bus e parcheggio taxi, iazza principale, quella dove ci sono minibus e taxi, e contratto 170 BOB per farmi portare sino a Yampupata, con sosta a Sampaya e ad un santuario. Quest’ultimo non è nulla di che, una grotta tipo Lourdes dove una statuina della Madonna è stata ricoperta di nastri colorati secondo le usanze locali, lo spazio antistante il parcheggio è purtroppo pieno di immondizia.

Sampaya è invece un graziosissimo villaggio dove alle 11 non si vede anima viva.

Yampupata è un agglomerato di case senza un centro vero e proprio, un grande campo da pallone sterrato, barchette approdate e asini. Dovrebbero esserci anche qui dei ferry per le isole, ma sono al molo e non vedo né biglietterie, né niente. Tutto è deserto, nessun venditore di cibo all’orizzonte, anzi, nessuno proprio. Punto.

Le rive del lago e l’acqua sono molto pulite. Rientro alla base passando davanti ad alcune  isole galleggianti che qui non sono abitate bensì le usano come basi per allevarci alcune specie di pesci.

Pranzo tardi, compro una empanada per strada e poi un thè ed una fetta di torta  al Bar Pueblo Viejo mi costano 35 BOB.

Faccio acquisti. Per dare una idea dei costi: una parure collana e orecchini con pietre dure (malachite), la pago 70 BOB, 20 BOB un berretto tipico in lana soffice misto alpaca, 70 BOB due paia di guanti in pura alpaca.

Lascio questo posto il mattino seguente, veramente a malincuore. 30 BOB un bus per Puno, Perù

 

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