Kalaw

KALAW 29 30 31 luglio

Trasporti

Per trasferirmi da Bagan a Kalaw ho scelto un minivan diurno (15000 MMK), compagnia Minn Thar Express, partito verso le 8.30, dopo aver raccolto tutti gli occupanti ai vari alberghi, e arrivato alle 15. Pensavo fosse più veloce del bus ma mi sbagliavo. Ha bucato, ed inoltre si è fermato per circa 45 minuti per l’usuale sosta pranzo degli autisti, che hanno però mangiato (credo gratis) intascandosi la tangente in un ristorante dal menu costoso che aveva tutta l’aria di stare lì per acchiappare polli da spennare. Con sdegno rifuggo sempre da questo genere di intrallazzi, per cui mi sono comprata frutta al mercato, e ne ho approfittato per cambiare soldi in banca ad un tasso vantaggioso, essendo la città in cui abbiamo sostato assai poco turistica. (non sono sicura ma credo che fosse Meitkila)

Da Kalaw a Inle (Shwenyaung) ho invece optato per il treno. Quando domando gli orari ferroviari in reception in hotel le ragazze mi guardano come se il mio problema fosse costruire una navicella spaziale. Per cui, come al solito, della serie chi fa da sé fa per tre, vado in stazione, dove scopro che non si può prenotare in anticipo, ma soltanto comprare i biglietti un’ora prima della partenza. Per non ripetermi troppo, relativamente a dettagli e foto vi rimando qui (lago Inle)

Dormire

Passo a tappeto alcuni hotel che si trovano sulla strada principale, dove mi lascia il minibus, che prosegue verso il lago Inle. Tutti sembrano seguire la stessa filosofia nel prezzare le loro sistemazioni. Camere economiche, ma neanche troppo, visto che comunque vogliono almeno 15 USD, tetre, umide, illuminate se va bene da bocche di lupo, al piano cantina. Camere di vari livelli con finestra a partire dal piano terra, sui 20/25. Winner è il meno caro di tutti, ma le stanze non sono granchè, poi Pine Land Hill e New Shine, graziosi, sui 25 USD. Arrivo all’Honey Pine, stessa solfa, vedendomi decisa ad andarmene, scendono a 20. Aggiudicato.  Mi danno una stanza al piano terra, luminosissima, ma che non mi piace granchè perchè è proprio vicino alla reception. Provo a dire che voglio un piano alto, ma fermamente mi viene risposto che per 20 USD è il massimo cui posso aspirare.

Poiché nel bagno, pur pulitissimo, ci trovo un grande scarafaggio, decido di spostarmi il giorno dopo al Seint Hotel, dove per lo stesso prezzo mi danno la colazione, ed una matrimoniale graziosissima al secondo piano, con grandi finestre, ed addirittura un balcone, che è una delle particolarità che io apprezzo di più (per il bucato).

Le ragazze alla reception sono carinissime, e mi accolgono con un buon succo di arancia, ma non sono in grado di fornire informazioni turistiche. Domando loro del treno e mi guardano come fossi un marziano. Non hanno mappe, non hanno niente. Decido che non è il caso di appoggiarmi a loro per il trekking.

L’hotel più bello in città è il Dream Villa, una villa davvero deliziosa, tuttavia le camere costano il doppio che al Seint.

Mangiare

Meno scelta che a Hsipaw. Segnalo la Poe Poe Bakery che vende vari tipi di dolci. Consumo i pasti quasi sempre da Everest, un ristorante nepalese. Non mi sembra vero di potermi abbuffare di profumato curry indiano, mille volte meglio di quello birmano, unto e pesante. Media di 3700 MMK per un dhal al curry, riso, chapati. Il mio amato lemon honey ginger qui costa 1000 MMK.

Il ristorante del Seint Hotel prepara ottime colazioni, buonissimi i pancake con miele, ma per il resto della giornata è desolatamente vuoto. L’ultima sera piove a dirotto, e mi tocca fermarmi per cena, perché non ho voglia di infradiciarmi. Già temo qualche disastro intestinale, lo squaraus di Bagan è in via di dissolvimento solo perché finalmente ho deciso di prendere il Normix, e non vorrei intossicarmi di nuovo. Mi fanno aspettare una vita, ma il piatto che ho scelto, carne a pezzetti con basilico, peperoncino e riso è veramente ottimo, e non mi provoca nessun malore.

Impressioni

La strada in salita per arrivare a Kalaw è splendida. La cittadina è incastonata fra pini e vallate in una magnifica posizione, un paesaggio che sembra alpino. Già con il cielo bigio è un piacere passeggiare su stradine sterrate che si diramano dalla strada principale, la Circular Road, con il cielo terso e sole a palla deve essere una goduria. Decisamente, ritengo Kalaw molto più interessante di Hsipaw.

Trekking

Vista l’inefficienza del Seint Hotel, prenoto il trekking da Sam’s, una delle agenzie più rinomate in città. Non ho molto tempi a disposizione, e fisso quindi per l’escursione da un giorno, anziché i 3  che occorrono per arrivare al Lago Inle. Dopo aver  verificato che il gruppo che parte l’indomani è composto da ventenni, decido di pagare qualcosa in più (da 8 si passa a 13 USD), per avere una guida tutta per me.

Dal poco che vedo, il trekking di Kalaw mi sembra più scenico di quello di Hsipaw. In ogni caso, il confronto è ad armi pari, in quanto in entrambe le occasioni la pioggia scroscia copiosa. Si tratta di un paio di dollari, ma consiglio di verificare, in caso di trip giornaliero, se il pranzo sia compreso o meno, dato che a me l’hanno fatto pagare. Il circuito credo sia di 13/14 km, ma su terreno fangoso sembrano di più. La pioggia battente per fortuna non è stata continua, ma è comunque un fastidio. Camminando ai bordi dei sentieri il terreno sotto i miei piedi è piuttosto fermo, ma alcuni tratti sono composti esclusivamente da fanghiglia e pozzanghere che cerco di oltrepassare saltellando, ma rimanendo comunque impantanata sino alle caviglie

Fra l’altro, portandomi dietro strascichi di problemi intestinali, ogni devo appartarmi, sperando sempre che non sopraggiunga nessuno.. Dopo circa 3 ore di cammino raggiungiamo un villaggio dove si sta celebrando una specie di festival, e tutti gli abitanti sono radunati al tempio.

Grazie alla guida è possibile comunicare. Le donne e i bambini sono curiosi ed aperti, gli uomini si sono limitati a squadrarmi in lontananza. Tramite la guida, che traduce, domando ad alcune signore se posso fotografarle. Quando mostro loro il risultato, ridono, e dicono di non essere mai state fotografate prima. Mi sembra un po’ strano, dato che il paesino è battuto costantemente da turisti

Per l’ora di pranzo arriviamo ad un magnifico belvedere, dove ci viene servito il pranzo. Curry (indiano), lenticchie, chapati, buonissimi manghi. Questa è tappa obbligata per tutti i trekking, ci sono ragazze che proseguono per il lago, ed un gruppetto di giovani che come me fa l’escursione giornaliera. Siamo tutti ricoperti di fango sino alle ginocchia, tranne due francesi con pantaloni coloniali beige immacolati e mocassini intonsi. Incuriosita dal loro aspetto, attacco conversazione, per scoprire che il viewpoint è comodamente raggiungibile in macchina !!!!

Al ritorno seguiamo una pista differente, quindi il lato positivo è che pur in giornata si vedono paesaggi vari. Lasciamo la strada principale e ci infrattiamo in un bosco, successivamente costeggiamo un lago lungo un ripido pendio, e per non scivolare e sprofondare nella terra viscida devo letteralmente balzare da ogni radice affiorante all’altra.

Raggiungiamo una vasta distesa di risaie, e le oltrepassiamo avanzando sui sottili sentieri di delimitazione.

Attraversiamo ruscelli tenendoci in equilibrio su tronchi d’albero, supero le prove decorosamente, sino all’ultimo ostacolo dove mi produco in una pessima figura, perdo stabilità e finisco coi piedi in acqua. Rientriamo a Kalaw e ci accoglie un tiepido sole, sembra una presa in giro..

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