Oahu

OAHU (dal 10 al 15 agosto 2018)

Autonoleggio

376 Eu spesi per 5 giorni, prenotati direttamente con Budget Autonoleggio, con abbattimento franchigie. Mi aspettavo la solita Nissan Versa a 3 volumi ed invece mi hanno rifilato una Smart.

La procedura di assegnazione auto all’aeroporto di Honolulu, piuttosto grande rispetto a quelli delle altre isole, è un po’ più complicata, nel senso che qui non ci sono gli addetti che ti portano la macchina, bensì al banco ti lasciano l’indicazione del nr. di lotto del parcheggio multipiano dove si trova, e poi sono cavoli tuoi andarla a cercare, sembra una caccia al tesoro… L’ho ritirata verso le 20, e non avevo voglia di ridiscendere 4 piani e tornare indietro a protestare, per cui me la sono tenuta, tuttavia ha un bagagliaio davvero inconsistente, e pure per il resto non è granchè. E’ comoda perché microscopica, per cui si riesce a parcheggiarla ovunque, almeno un lato positivo l’abbiamo trovato.

Dormire

Spesa 219 Eu per un Air BnB a casa di una signora coreana nelle periferie di Honolulu, in Kealia Drive, quartiere Kalihi. Deliberatamente ho evitato Waikiki. La mia sistemazione si trova non lontano dal Bishop Museum, e a 5 minuti a piedi da una serie di supermercati e ristoranti (Kamehameha Shopping Centre), in zona comoda a raggiungere l’aeroporto, Pearl Harbour, e qualsiasi altro punto dell’isola senza affrontare se non per brevi tratti la congestionata tangenziale della capitale. Casette quasi tutte abbastanza graziose abbarbicate sulla collina, abitate prevalentemente da locali non troppo abbienti ed immigrati coreani, quindi un posto dove è possibile incrociare gente normale e non solo turisti.

In 15 minuti attraverso la Likelike Highway si è a Kanehoe, sulla costa est. Il Bishop Museum poi è riportato sulle mappe poco dettagliate degli autonoleggio, e compare sulla segnaletica autostradale, per cui è sempre stato semplice trovare l’uscita, a parte la prima sera che era buio e non riuscivo ad orientarmi. Neanche qui ritengo necessaria la spesa supplementare del navigatore, a volte ho cannato direzione, ma subito mi sono resa conto ed ho rimediato tornando indietro.

A mia disposizione una camera ed un bagno, parcheggio gratis in apposita aerea di proprietà sul marciapedi davanti al garage, cucina in condivisione cogli hosts, ma raramente ci siamo incontrati. La fermata del bus nr. 2 è a 5 minuti in School Street, ed in 20 minuti si arriva a Waikiki, togliendosi così il problema di dove lasciare la macchina, ma soprattutto di quanto pagare per il posteggio.

Mangiare

Per la spesa mi sono sempre appoggiata al Times del Kamehameha Shopping Centre, a 5 minuti dalla mia casa.

Escursioni

Col senno di poi, rimpiango di non aver fatto il tour al Kualoa Ranch, che viene usato come set per la maggior parte delle serie tv e film girati alle Hawaii.

Non perché in realtà mi interessi questo genere di cose, che trovo abbastanza pacchiane, ma perché, dopo un paio di giorni, mi sono resa conto che sarebbe stata la mia unica occasione di esplorare una delle rare vallate interne che si innestano fra i pendii rigogliosi delle Koolau Mountains (le foto che vedete sotto sono state scattate una al ristorante del Ranch e l’altra dalla strada).

Le strade perpendicolari alla Windward Coast non raggiungono infatti particolari punti panoramici, e spesso finiscono nel cortile di qualcuno, o sono proprietà privata, come il Kamehame Trail o la Haiku Road, che porta alle famigerate Haiku Stairs (ufficialmente non accessibili, anche se molti ci vanno). Segnalo tuttavia l’esistenza di alcuni belvedere lungo le autostrade che attraversano l’isola, con vista mozzafiato, ad esempio il Nuuanu Pali Look Out

Mi sono presentata al Ranch verso le 10, ma non ho però trovato posto in nessuna delle partenze previste in mattinata. E quindi, dopo aver gironzolato un po’, me ne sono andata con le pive nel sacco.

Chi non ha macchina e dorme a Waikiki può acquistare tour che raggiungono ogni angolo dell’isola, ad ogni modo.

Pearl Harbor

La visita (gratuita) a Pearl Harbor andrebbe prenotata in anticipo, tuttavia, ogni mattina, all’apertura, ossia alle 7, vengono messi a disposizione alcuni ingressi ai primi che si presentano. Sono arrivata verso le 6.30, davanti a me solo 5/6 persone. Per ragioni di sicurezza, è consentito l’ingresso soltanto a borsette della grandezza di un portafoglio, tutto il resto deve essere lasciato al guardaroba (5 USD). La base di Pearl Harbour è ancora operativa, anzi continua ad essere la più grande nel Sud Pacifico. Nel teatro viene proiettato un documentario di circa 20 minuti che spiega le ragioni che hanno portato alla guerra, e le modalità e strategie seguite. Dopodichè, seguendo orari prestabiliti, i visitatori vengono fatti accomodare su barche che attraversano la baia, sino all’Arizona Memorial, al momento off limits. E’ infatti collassato uno dei moli di attracco. Dovrebbe riaprire a marzo 2019.

Al rientro, si può seguire una serie di percorsi guidati per arrivare al Museo.

Una permanenza un po’ affrettata prende un paio di ore, incluso shopping di souvenirs che sono stati molto apprezzati dai miei parenti 🙂

Il sito ufficiale per prenotare in anticipo è questo. Occhio che, digitando “Pearl Harbor” su Google, appaiono come primi risultati tours di agenzie private, con prezzi dai 60 USD a salire. Ricordate, la visita e l’ingresso sono gratuiti. Usando il link sopra indicato, l’unica cifra richiesta è 1 USD per il servizio di prevendita.

Arrivare a Pearl Harbor con la propria auto è molto facile, l’uscita della tangenziale è ben segnalata, e poi vi sono cartelli ovunque con le indicazioni “Historic site” ecc ecc. Un po’ più difficile è rifare il percorso a ritroso quando si esce, anche perchè, al momento della mia visita, c’erano dei lavori stradali con divieti di accesso e sensi unici che devono avere alterato la normale viabilità

Che cosa vedere

COSTA EST

Hoomaluia Gardens – Questo il sito. E’ ciò che per me in assoluto più assomiglia alla idea di Eden in terra.

Meravigliosi alla mattina presto. Ufficialmente aprono alle 9. Pochi sanno però che questo è l’orario in cui è permesso alle macchine di entrare, ma i pedoni possono farlo molto prima, passando da una porticina laterale accanto al cancello. Bisogna quindi camminare un po’ ma ne vale davvero la pena, immersi come si è in una natura prorompente. Pochissime persone, apparentemente, hanno voglia di sciropparsi la sfacchinata (per modo di dire, visto che sarà poco più di un chilometro), per cui io e alcune joggers mattutine avevamo questo paradiso, immerso nel più religioso silenzio, solo per noi. Al parcheggio si trovano anche un’area pic nic, le toilettes, ed un ufficio visitatori con piccola esposizione. Grandi sforzi vengono fatti per proteggere le specie vegetali native. Poco oltre, si arriva ad un grazioso laghetto con vista formidabile. Credo ci siano altri sentieri percorribili, ma purtroppo andavo di fretta. Si trovano a Kanehoe, e arrivando dalla Highway nr. 33 e seguendo le indicazioni per Kailua ad un certo punto vengono segnalati.

Tempio di Byodo-In

Questo il sito. Ingresso 5 USD. E’ la riproduzione del tempio omonimo di Kyoto, contornato da un bel giardino, ed incastonato in uno scenario naturale imponente e rigoglioso. L’edificio non è nulla di che, a mio avviso, però è un posto molto rilassante e può essere rigenerante fermarcisi una mezz’ora. Nei paraggi ci sono altri cimiteri, la zona è infatti denominata Valley of the Temples (da che ricordo questa l’indicazione appare anche sul cartello stradale). Come arrivarci? Proseguendo verso nord, da Kanehoe, svoltando a sinistra ad un semaforo, riconoscibilissimo perchè vicino ad un centro commerciale, che comprende un Mc Donalds ed un Times supermarket.

Spiagge

Da Kanehoe, proseguendo verso sud, si incontrano in successione il Kailua Beach Park, Lanikai e Waimanalo. I colori del mare sono splendidi, a Kailua ci sono alcune facilities tipo bagni e docce

A Lanikai la spiaggia è abbastanza piccola, piuttosto affollata in certi tratti, completamente nascosta dalla strada da una serie ininterrotta di proprietà private. Per fortuna ci sono stradine laterali di accesso, tuttavia qui non c’è nessun servizio, quasi fosse una imposizione dei proprietari per scoraggiare gli intrusi. Anche trovare parcheggio è una bella impresa!

A Waimanalo invece c’è pochissima gente, e la consiglio proprio, pure qui nessuna facility di alcun genere, proprio un gran posto, selvaggio…

Proseguendo verso sud, si transita su un tratto di strada spettacolare, in prossimità del Kaiona Beach Park, colori splendidi, mille sfumature di turchese, spiaggia però molto piccola

Si arriva poi allo scenico Makapuu Point, un’altra bella spiaggia accanto ad un promontorio dove, attraverso un sentiero asfaltato, è possibile raggiungere un faro o una spiaggia antistante, seguendo rispettivamente il Makapuu Trail, o il Kaiwi Trail.

Sotto il faro, alcune pozze, simili alle Queen’s Bath di Kauai, ed utilizzabili solo in condizioni di mare calmo.

Dopo il faro la strada prosegue fra splendidi scenari sino al Lanai Look Out, che si affaccia su una piccola baia, con un accesso piuttosto difficoltoso tramite ripido sentiero scosceso. Dal piazzale del belvedere scorgo delle tartarughe molto vicine agli scogli

Dopo una insulsa Sandy Beach, ecco la sontuosa Hanauma Bay. Sito. Si paga 1 USD per il parcheggio, che viene restituito se la permanenza è inferiore a 20 minuti. L’ingresso costerebbe 7.50 USD ma ho evitato perchè c’era un carnaio mostruoso. Intravvedo, dall’alto, turisti asiatici in piedi sui coralli; questa immagine, sovrapposta a quella di altri bagnanti in salvagente, braccioli, giubbotti gonfiabili, non so perchè mi fa pensare ad un ambiente subacqueo molto sfruttato e deturpato

Da Kanehoe verso nord, invece dopo Heeia State Park, che non è granchè, si raggiunge, il bellissimo Kualoa Regional Park.

Da qui e oltre, la strada corre proprio accanto alla spiaggia e ci si può fermare praticamente ovunque si voglia. A Kaawa ci sono rocce bellissime come a Anahoa (Kauai). Questa invece è Hukilau

l Malaekahana Beach Ground è pieno di ombra e splendidi colori.

Non mi ha colpito invece per nulla la Turtle Bay, circondata da un complesso imponente di condomini, con parcheggio striminzito dedicato ai visitatori esterni, ed accesso ad una spiaggia pure lei striminzita e affollata all’inverosimile. Una bottiglietta di acqua da mezzo litro a 4 USD. Toccata e fuga. Dopo circa una ventina di chilometri si arriva alle splendide Pupukea Beach e Wailea. Difficile trovare parcheggio a Wailea, consiglio di parcheggiare lungo la strada principale a Pupukea e poi camminare.

A Pupukea, un vero e proprio paesino, si trova anche un fornitissimo supermercato ove comprare il pranzo, se uno non avesse voglia di portarselo dietro. Sono indispensabili secondo me le scarpette da roccia, e c’è un discreto assembramento di gente. Poco più avanti, in direzione di Wailea c’è una spiaggetta molto più deserta e con molta ombra (al mattino). Anche se ci sono rocce al largo, e l’acqua è calmissima, la corrente è molto forte, e porta subito dove non si tocca. Ci sono però un sacco di pesci.

In questo tratto di strada è possibile che si formino code, in quanto tutti rallentano o per trovare parcheggio, o per ammirare il panorama. Dopo un’altra ventina di chilometri ecco che si raggiunge Haleiwa, altro grazioso paesetto sull’estremo nord.

Da lì sono approdata, al tramonto, al Mokuleia Beach Park, con una bellissima luce, anche se magari l’alba è ancora meglio. Non ho proseguito verso Kaena Point, perché oltre la strada è sterrata e le assicurazioni degli autonoleggio non coprirebbero eventuali danni.

COSTA OVEST

Completamente diversa, colore dominante è il giallo ocra in tutte le sue molteplici e gloriose sfumature, arida. Il mare è azzurrissimo ed increspato dal vento, spettacolari formazioni rocciose si affacciano sulle spiagge, bordate da prati inglesi o rocce, verso la punta nord.

Qui costa molto meno la benzina, quindi conviene arrivarci a serbatoio vuoto e fare il pieno. Ho abbinato questo itinerario alla visita a Pearl Harbour (ingresso alle 7) e ad una apparizione lampo di mezz’ora a Waikiki (nel tardo pomeriggio).

Scappata dalla disperazione dal Ko Olina Resort Bay, altro agglomerato di condomini di lusso, dove ancora mi sono intestardita a pensare di trovare qualcosa di interessante, ho fatto sosta a Nanakuli, Kelaniana ole, Lualualei, Makua, Waianae Valley e Maili. 

La spiaggia più spettacolare della Leeward Coast è forse Makua, una distesa immensa di sabbia bianca sferzata dal vento, praticamente deserta, delimitata a nord da una pianura di rocce laviche che rendono il paesaggio quasi lunare.

Rientrando a sud verso Wainanae, al Maili Beach Park è possibile sdraiarsi all’ombra di striminzite palme su un vasto e morbido prato all’inglese prospiciente il mare.

Nel paesino di Waianae è possibile seguire una strada che porta nell’interno, solo fino ad un certo punto però perché poi si sconfina in proprietà private, in una vallata ricoperta di aspra vegetazione.

Ecco invece il Surfer’s Beach Park, dove ho fatto una breve sosta. Il mare è molto calmo, ed è quindi facile trovare un po’ di refrigerio in acqua senza avere il problema di essere travolti da un’onda o trascinati via dalla corrente.

A Kalanianaole il mare è di un verde turchese splendido, il panorama è purtroppo deturpato, a sud, dalla presenza di un paio di ciminiere

Waikiki

Due parole su Waikiki. Waikiki rappresenta per me il concentrato di tutto ciò che mi ha sempre tenuta lontano dagli Stati Uniti d’America. Tale visione, compressa su una piccola isola sperduta nel mezzo del nord Pacifico, così diversa, rende ogni contrasto ancora più stridente. Non c’è nulla di hawaiiano qui, come è già difficile trovare qualcosa di hawaiiano altrove. Inoltre, non capisco cosa ci faccia tutta quella gente in spiaggia, dove non riesci a trovare un francobollo di sabbia per stendere l’asciugamano, quando a 15 minuti di auto (e 30 di bus) a Waimanalo c’è un arenile magnifico, e praticamente deserto.

Per una questione di orari, il parco chiude alle 18, e l’ultimo ingresso utile per raggiungere la cima è alle 16.30 circa, mi sono persa la sommità del Diamond Head.

 

 

 

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