Pianificare un viaggio in Islanda

VOLO

Easy Jet diretto da Ginevra. 285 Eu. Andata 3/8/19 e ritorno 18/8/19.

Ho raggiunto Ginevra con Flixbus da Torino (18.90 + 18.90 Eu), e ho dormito una notte in camerata al Geneva Hostel (34.50 Eu)

CAMBIO

La valuta dell’Islanda è la Corona (ISK)

1 ISK = 0.00712 Eu

PERNOTTAMENTO

Per cercare di economizzare il più possibile, mi sono mossa per tempo. Ho dormito ovunque, tranne che in hotel. Camerate in ostello, stanze private in ostello, in fattorie o guesthouses (trovate sui siti Hey IcelandInspired by Iceland), in case di privati, prenotate con Air Bnb o Booking. Scegliendo la cosiddetta “sleeping bag accomodation” ho potuto beneficiare di uno sconto sul prezzo delle singole. Questo tipo di sistemazione prevede che l’ospite provveda a portare con sè sacco a pelo ed asciugamani, la struttura risparmia quindi i costi legati a lavaggi e sostituzione della biancheria

Ho dormito alcune notti in singola, in altre ho condiviso la doppia con la mia compagna di viaggio. Ecco i dettagli

Tutte le strutture scelte erano dotate di cucina, questo ci ha permesso di risparmiare notevolmente

AUTO

890 Eu per auto di tipo medio (una Citroen C3 Aircross, un piccolo SUV, ma non aveva le 4 ruote motrici), per due settimane, compreso assicurazione a copertura completa, tramite Rentalcars, che poi si è appoggiato a Thrifty. Abbiamo percorso in totale 3598 Km, e speso in totale 325 Eu di benzina

Come guide ho usato la Lonely Planet, e poi una mappa cartacea, comprata in libreria a Torino, molto accurata

SPESE

285 Eu volo, + 50 Eu mia quota per un bagaglio a stiva condiviso

162.5 Eu mia quota di benzina (percorsi 3598 km)

758 Eu di alberghi

445 Eu mia quota di noleggio auto

90 Eu mia quota di cibo

Totale: 1790.50 Eu

CIBO

Ci siamo portate parecchia roba dall’Italia (dadi, scatolette di tonno, sgombri, carne/pollo Montana, insalatissime Riomare, minestre liofilizzate, bustine di zafferano, barrette ai cereali, pasta di legumi). Come frutta, abbiamo comprato solo mele e banane, le più economiche. Per quanto riguarda la verdura, abbiamo notato che broccoli e spinaci surgelati costavano poco, tipo 299-399 ISK, e spesso li abbiamo privilegiati. Inoltre, i pomodori vengono coltivati localmente in serra, ed anch’essi non sono carissimi. Per il cibo abbiamo fatto cassa comune, spendendo in tutto 24000 ISK (170 Eu). Non abbiamo mai comprato al Bonus, semplicemente quando ci passavamo davanti o non avevamo bisogno di nulla, oppure era chiuso. La spesa l’abbiamo fatta di solito al Kronan, al Netto, e nell’unico supermercato presente nei paesini piccoli.

CLIMA

Innegabilmente, freddo. I primi giorni al sud siamo state piuttosto graziate, cielo abbastanza aperto, e temperature miti, sui 14/15°.

Da Egilsstaðir in poi, sino a Stikkishòlmur, abbiamo preso pioggia, freddo e vento. La temperatura ad Akureyri e Ísafjörður è scesa sui 2/3°, con ammanti di neve sulle colline circostanti. Il whale watching a Husavik il giorno 11/8 ci è stato annullato per maltempo, ed abbiamo rinunciato al periplo della penisola di Trollaskagi perchè la nebbia era bassa e non si vedeva una cippa. Da Patreksfjörður in poi abbiamo rivisto il sole, ma si è levato un vento fortissimo.

Indispensabili: scarponcini alti impermeabili, berretto, pantaloni (comprati al Decathlon, 18 Eu) e giacca antipioggia e antivento, ed alcuni strati di indumenti caldi sulla parte superiore del corpo. Nei giorni più freddi, avessi portato anche i guanti sarei stata felice.

Sono abituata ai climi freddi, abito a Torino, ma non possedevo abbigliamento tecnico perchè non vado in montagna. Mi sono portata quindi un po’ di pile che uso in inverno, ed una giacca a vento leggera. I miei scarponi economici si sono presto inzuppati, per cui, non volendo investire centinaia di Euro per quelli in goretex in vendita da 66 North e Icewear, mi sono presa in un supermercato degli stivaletti di gomma che sono serviti egregiamente allo scopo, spendendo 40 Eu circa. Inoltre, la mia mantellina antipioggia Quechua si è praticamente squarciata alla prima raffica di vento, l’ho rimpiazzata con una simile, ma più robusta, acquistata da Icewear.

COMUNICAZIONI

Il mio gestore, Ho, mi ha concesso 3 GB free, e chiamate e sms illimitati. Ho comunque utilizzato quasi sempre il wifi gratuito messo a disposizione dalle strutture.

SHOPPING

Non ho acquistato i tipici maglioni (lopapeysur) perchè troppo pesanti per il nostro clima, preferendo abbigliamento tecnico presso i marchi locali (Icewear e 66North). Ad Akureyri c’è un outlet 66North dove si possono fare affari. Altri prodotti tipici interessanti, che non costano molto, e sono pratici da trasportare sono gli infusi di timo artico. Oppure i caratteristici cristalli di sale di lava nero.

SICUREZZA

Non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi. Le auto a noleggio vengono fornite senza la cappelliera posteriore, per cui il contenuto del bagagliaio è visibile dall’esterno. Noi ci avevamo messo sopra un sacco di nylon nero dell’immondizia i primi giorni. Nessuno ha toccato niente. Anche le altre vetture erano nelle nostre stesse condizioni. Nei vari forum, mai nessuno si è lamentato. Le strade, anche le sterrate, sono in buone condizioni. Parlo ovviamente di quelle percorribili da una normale vettura a 2 ruote motrici, non le F roads.

CHE COSA HO AMATO DI MENO

Il freddo indubbiamente, e, se proprio si vuole trovare il pelo nell’uovo, una certa monotonia di paesaggio tranne che al sud, premettendo che non ho visitato gli altopiani interni. Ciò che mi ha più messo a disagio non sono state le basse temperature, cui sono abituata, ma il misto di pioggia e vento (inutile l’ombrello)

CHE COSA HO AMATO DI PIU’

La scarsa densità di concentrazione umana, ed il silenzio. La civiltà del popolo islandese, il rispetto del pubblico. La pulizia. La luce calda del sole dalle 17 in poi. Gli spazi vuoti. Il senso di desolazione di alcune spiagge sferzate dal vento e dalla pioggia, tutt’altro che negativo, anzi . Le pulcinelle di mare. La parità di genere. La luce fredda dei ghiacciai, che mai avevo visto prima. Le foche. Il verde brillante dell’erba sotto i raggi del sole.

 

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4 commenti su “Pianificare un viaggio in Islanda

  1. Grande
    Ottimi consigli specialmente per l’abbigliamento!

    Una curiosità come mai definisci monotoni i paesaggi? Io mi immagino un susseguirsi di situazioni diverse, mi sbaglio?
    Sara

    • Ciao Sara, grazie per aver letto ed apprezzato il mio articolo. Secondo me, soprattutto al nord tranne Myvatn, forse è anche stata colpa della nebbia, non saprei, il paesaggio è un po’ monotono perchè è un susseguirsi di colline verdi che scendono a mare. Tieni anche conto che non ci siamo scostate dalla Ring Road.. Solo la mia opinione.. 🙂

  2. Patrizio il said:

    Bella recensione autobiografica, complimenti, credevo fosse impossibile per il mio portafoglio andare in Islanda.
    Paesaggi monotoni: ante Covid per due anni successivi con una organizzazione di Giaveno, abbiamo ospitato un “bimbo di Chernobyl” bielorusso, che due anni fa sono andato a trovare, e… per quanto riguarda i paesaggi monotoni posso paragonare la Bielorussia agli interni della Svezia, dove ho vissuto per nove mesi: betulle, bellissime betulle, sempre betulle, inframezzate da laghi in Svezia contornati da betulle sempre bellissime come i laghi e nessun anima in giro…solo zanzare sia in Svezia che in Bielorussia :)))
    Tornerei in Bielorussia (Shevchenko permettendo) in inverno, per andare a trovare nuovamente il piccolo Sergej, che per cercare e fotografare i bisonti in mezzo alla neve che fanno il vapore con il fiato che esce dalle narici…. In mezzo alle solite betulle, betulle…. ^__^
    Grazie, e mi ripeto ancora: bella recensione 👍

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