Trincomalee

Trincomalee fai da te – 13/14/15/16 agosto

13/8

Il bus arriva alle 4 del mattino, cerco di riposare un po’ sulle sedie di plastica della sala di attesa del terminal, ad un certo punto penso di avere le allucinazioni perché scorgo un cervo pomellato, con un palco magnifico di corna, che si aggira per i marciapiedi. Con l’arrivare della luce scopo che la città pullula di questi graziosi mammiferi, alla ricerca di scarti nei cassonetti dei rifiuti, o che brucano l’erba nel cimitero o nelle rotonde.

Faccio colazione al City Hotel, gestito da musulmani, 40 LKR, un thè e delle paste secche, e mi incammino verso la New Silver Star GH, che non è distante, 2500 LKR, ma la stanza è pessima, e carissima, vista la qualità, per cui decido di starci solo una notte. Peccato perché i gestori sono molto cordiali.

Vado a curiosare in spiaggia sulla Dutch Bay, cielo e mare sono color acciaio, però la baia è calma, la spiaggia pulita.

Percorro in avanscoperta la Dyke street, fronte mare, dalle graziose casette colorate,

dove alcuni viaggiatori mi avevano indicato alcune pensioni, ma le più economiche si affacciano sui cortili interni privi di alcun panorama, e comunque costano più della mia. Inquietanti cartelli segnalano le vie di fuga da tsunami.

Non è una gran giornata per far vita balneare, ed infatti dopo poco viene a piovere, mi rintano nella lugubre stanza. Dopo un paio di ore riesco.

Tre samosa al City Hotel mi costano 120 LKR, ma ovunque se ne trovano di ottimi. Un fruit juice veramente buono alla Kumars Cream House costa 100 LKR.

Pattuglio le vie intorno al cimitero e mi imbatto nell’ottimo Sunshine Hall, in Green Street, dove una stanza costa solo 1200 LKR, ed è molto meglio della New Silver Star. I gestori però sono scorbutici, soprattutto la signora. Fisso la stanza per l’indomani.

A piedi vado in stazione per informarmi sulla prenotazione del treno per Colombo, mi vengono forniti i prezzi, ma l’emissione ed il pagamento si possono fare solo al mattino, per cui mi toccherà tornare. La cuccetta di prima classe costa 1200 LKR, la poltroncina in seconda classe 500 LKR. Ci son due treni, uno alle 7 e uno alle 19.30. Ritorno in città e oltrepassando le mura del forte Frederick, attraversando un bel parco,

visito il tempio di Koneswaram, piuttosto insignificante, devo dire, come costruzione, anche se spettacolarmente edificato sulle rocce a strapiombo sul mare.

Bella la vista sul golfo e sulla città al tramonto.

Anche qui, magnifici cerbiatti che rosicchiano i gusci delle noci di cocco. Cena al City Hotel 120 LKR per un rice and curry soltanto così e così, e che non si avvicina nemmeno lontanamente  a quello di Haputale.

Vado a letto presto

14/8

Alle 7.30 trasloco i bagagli al nuovo albergo.

Colazione al City Hotel, 35 LKR per una crespella con latte di cocco e thé. Poi compro un’anguria da un ambulante, 40 LKR. Approfittando del sole splendente, vado al bus terminal e chiedo informazioni per raggiungere Nilaveli. Prendo un bus in direzione Palmude, costo 40 LKR all’andata e 45 al ritorno. Noto dal finestrino che vi sono strade sterrate che, perpendicolari a quella principale asfaltata, raggiungono il mare, e scendo in prossimità di una di queste non appena qualcuno gentilmente mi avvisa che si è raggiunto l’abitato. Il sentiero che percorro è quello maggiormente usato dai locali, infatti è un via vai di tuk tuk, microbus, e veicoli di ogni genere. Arrivo ad un grosso spiazzo che funge da parcheggio, e poi bancarelle di dolci, frutta, giocattoli, pesce secco puzzolente.

Impressioni: bah! La spiaggia è ampia, di colore dorato, nulla a che vedere col bianco accecante di Zanzibar, o la Repubblica Dominicana. Il mare è pulito, ma verde, nulla di più. Calmo, ma con l’onda lunga. Le palme ai bordi fanno parte di proprietà private, per cui c’è pochissima ombra.

Diciamo che va bene per riposarsi un paio di giorni, ma una settimana c’è da spararsi.

Altro particolare che valga la pena raccontare, pure qui le donne fanno tutte il bagno vestite, una occidentale in bikini attira l’attenzione se accompagnata, se sola è molto probabile che molti dei maschi locali verranno a parlarle, soltanto per guardarla più da vicino, e chiedere di fare una foto. Io non rifiuto le foto ma per farle mi rivesto, alcuni protestano. Alla fine faccio che restare in pareo e maglietta. E’ un po’ una scocciatura, ma d’altra parte è comprensibile.

Nonostante questa sia la stagione migliore per la costa est, a mezzogiorno il cielo si oscura, per cui penso bene di battere in ritirata. Alle 14 inizia a piovere, smette alle 17.30 circa. Sarà così per tutta la permanenza. Pranzo al City Hotel 180 LKR (dolci ed una macedonia). Cena un po’ unta al Ristorante Vegetariano Anna Poorani, vicino al City Hotel, 200 LKR

15/8

220 LKR colazione da Kumara (thè, un pancake al cocco, un dolcetto al cioccolato, ed un sandwich al pollo che da solo ne costa 120)

Mi organizzo per tempo e parto abbastanza presto, prevedendo soltanto una mattinata di sole. La destinazione di oggi è Oppuveli, stesso bus di ieri ma si scende prima di Nilaveli (costo 17 LKR andata e 20 al ritorno). Qui ci sono molti più occidentali in spiaggia,

e non do nell’occhio spogliandomi. Le costruzioni sono basse, in legno, e non stonano col paesaggio circostante come i resort della spiaggia di Passekudah. Sembra un po’ di stare in certe isole thai non ancora rovinate dal turismo di massa.

Il sole, velato, nuovamente, sparisce a mezzogiorno, stessa solfa di ieri. Spendo 20 LKR in un internet point di fronte a Cargill, e poi ceno al Park Restaurant (200 LKR)

16/8

Colazione City Hotel 80 LKR. Di nuovo Nilaveli. Arrivando presto riesco a prendere possesso dell’unica palmetta da ombra della porzione di spiaggia. Essendo da sola però non mi fido a stare troppo in acqua perché ho i soldi nella borsa, dato che sarebbe da pazzi lasciarli in stanza.

Questa situazione appena descritta, ed il destreggiarsi in equilibrismi da cinque du soleil  in un cesso merdoso con tutti i bagagli sono gli unici inconvenienti del viaggiare soli, secondo me.

Opto per una passeggiata a sud, direzione opposta al centro, e finalmente davvero nessuno, solo una famigliola, qualche pescatore.

Mezzogiorno: nuvole. Oggi è domenica, e non passa nessun bus. Due backpackers olandesi fermano il loro tuk tuk e mi danno un passaggio (200 LKR la mia parte). Non ero ancora davvero preoccupata, ma stasera alle 19.30 ho il treno e non vorrei perderlo.

Dopo quattro gocce di pioggia un pallido sole fa capolino, decido di andare alla spiaggia di Dutch Bay. Mentre sono seduta, si avvicinano delle adolescenti, che iniziano a parlarmi, una di esse è particolarmente attratta dalla mia pelle, mi tocca prima l’avanbraccio, poi, dato che io non mi ritraggo, si lancia, e mi sfiora prima il ginocchio e poi i capelli, allora ne approfitto e ricambio la cortesia, la loro capigliatura è corvina e lucente, però il mio tatto è sorpreso, perché è molto ispida, quasi come le setole, come se la lavassero con sapone. Le ragazze mi presentano alle loro madri, compare un signore emigrato in Belgio che ora è in vacanza, che ci fa da interprete. Tutti vogliono la foto.

Vado a recuperare i miei bagagli, e mi faccio portare in stazione sotto una pioggia battente, il tuk tuk non scende di nulla, 150 LKR è il prezzo della corsa. Treno puntuale e come al solito un po’ sporco.

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