Chichicastenango

CHICHICASTENANGO

Trasporti

Da Nebaj: microbus collettivo per Santa Cruz Quichè, 25 GTQ, due ore trascorse piuttosto comodamente, densità umana accettabile all’interno del mezzo. Cambio al volo su chicken bus per Chichi 5 GTQ. E’ qui che capisco che, per stare comoda, devo sedermi in fondo e non ancorarmi alle prime file.

Per San Pedro : shuttle turistico 60 GTQ, il primo della serie, bus vecchiotto da circa 50 posti, affollato di turisti anzichè di guatemaltechi

Dormire

Hospedaje San Jeronimo, 80 GTQ una singola con bagno senza colazione. Bagno pulito e con acqua calda.

Sistemazione a conduzione famigliare, senza fronzoli e molto essenziale, eppure molto graziosa e dotata di personalità, con spazi comuni decorati con pezzi di artigianato locale. Sulla stessa via della cattedrale, 5 minuti a piedi la distanza. Tutti i randagi della città sembra abbiano appuntamento davanti all’ingresso al calar della sera, di notte interagiscono e discutono le loro gerarchie, alla mattina, invece, dormono come sassi.

Mangiare

Ristorante Don Pasqual, nella piazza della Cattedrale, molto bello ma caro. Comedor Don Miguel accanto alla Panaderia Corazon de Jesus, pollo encebollado 23 GTQ, il più buono della vacanza, replica a cena 19 GTQ per uova fagioli riso e banane fritte. Frequentatissima la pasticceria, che sforna ogni tipo di dolci, incluse torte da compleanno

Escursioni

Arrivata il mercoledì 26/7 verso le  14, con un pomeriggio di anticipo rispetto al mercato del giovedì. Visitato il cerro Pascual Abaj e cimitero con una guida 150 GTQ; le guide, in divisa beige e mostrine dell’ente turismo, pattugliano piazza principale e ingressi degli alberghi proponendo varie escursioni. Almeno nel mio caso, non ne è valsa la pena. Il prezzo varia a seconda della durata delle prestazioni richieste, ed è contrattabile.

Impressioni

Molto scenico il mercato e soprattutto tutto ciò che si svolge sulle gradinate della cattedrale, chiacchiere, affari, incensi, fiori, preghiere…

Dopo quanto successo a San Francisco El Alto ero un po’ paranoica ma qui ci sono veramente tanti turisti e quindi le probabilità di essere derubata erano drasticamente minori. Sono comunque cose che succedono quindi è meglio fare attenzione. Le bancarelle che vendono oggetti di utilità quotidiana sono concentrate nella piazza antistante la cattedrale, protette da antiestetici teloni di plastica, ed in una zona coperta a lato della piazza. Per il resto, si tratta soprattutto di souvenirs.

Da come ho visto, i prezzi sono comunque inferiori rispetto a Flores ed Antigua. Più che il mercato, ad ogni modo, ciò che ha reso Chichicastenango molto interessante ai miei occhi sono le cerimonie speciali officiate dalla popolazione locale, sia nelle chiese che negli appositi altari, al cimitero ed al cerro. In questi ultimi ho mancato l’appuntamento trovando soltanto un po’ di cera disciolta su cubi di pietra, aghi di pino disseminati qua e là, bottiglie vuote e sigari.

Molto singolare, invece, il rito cui ho assistito in cattedrale durante la messa delle 8.

Nella navata centrale sono disposti lastre di pietra come al Pascual Abaj. Mentre il sacerdote celebrava la solita liturgia cattolica, in spagnolo e lingua locale, proprio accanto al banco dove ero seduta io, ed in prossimità appunto di una delle citate lastre, una famiglia locale, pregando in maniera molto infervorata contemporaneamente alla predica ed alle letture, portava avanti il suo personalissimo rito a base di invocazioni ad alta voce che si andavano sovrapponendo alla celebrazione classica, condite con aspersione di liquore, spargimento di petali di rosa, accensione di ceri.

Questa commistione di sacro e pagano mi è sembrata molto particolare, soprattutto perché tollerata in una chiesa cattolica, che a dire il vero ho sempre ritenuto essere assai poco aperta a tutto ciò che non è la dottrina ufficiale imposta da Roma. E’ stata davvero una mattinata interessante. Più che i colori del mercato, delle vesti tradizionali è questo il ricordo che maggiormente mi ritorna alla mente se penso a Chichicastenango, ed al Guatemala in generale.

 

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